Intro

Questo è il mio diario ed è scritto sulla strada. Parla del tentativo di realizzare un sogno: fare il giro del mondo via terra, senza prendere aerei. Mollo tutto e parto, in solitaria. A contatto con la Natura, senza bucarla dall'alto. Pulito, lento e circolare. Un'avventura d'altri tempi per sentire la terra cambiare sotto i piedi giorno dopo giorno, per attraversare gli oceani a bordo di cargo mercantili, come fantasticavo da piccolo, con acqua e solo acqua ovunque intorno. Uscire, chiudere la porta ed unire il vialetto di casa mia con la via della seta, Karakorum e Himalaya, India, Cina, le risaie del Mekong, i templi buddhisti con le rovine Maya, Macchu Picchu e la Tierra del Fuego, la Panamericana...
Perchè si parte ? Forse per riempire una mappa vuota, o per perdersi o forse solo per giocare in un prato più grande. Non lo so. So solo che questa volta non mi voglio dare nessun limite.
Che bello dirlo, questa volta il limite è il mondo
Almeno ci provo


domenica 22 novembre 2009

Dimanche a Bamako(...)

E' domenica ed intorno al mio letto Bamako si sta svegliando.
Sono in centro centro ma non ci sono Mc Donald, vetrine di Gucci o cattedrali gotiche. Nessuna Piazza Grande, nessuna via dello struscio. Nemmeno un edificio piu' alto di due piani.
Le strade sono di terra rossa e come fossero canali vengono tutte drenate dal fiume principale, l'unico viale d'asfalto.
Ragazze pompano l'acqua dall'unico pozzo del quartiere riempiendo infinite taniche gialle, che ritornano a casa una ad una in bilico su teste incuranti della gravita'.
Regine idriche.
Come modelle attraversano la strada vestite come se stessero camminando su una passerella della collezione primavera-estate 2010, non un dettaglio fuori posto, gonna lunga in tinta col fazzolettone in testa, orecchini e make up adeguati, bilanciamento perfetto del corpo, sguardo dritto e nonchalance. L'equivalente di una doccia in testa e nemmeno una goccia si azzarda a cadere.
Brillano di luce propria, un sole di pelle nera che al passaggio emana un'aurea di bellezza naturale che si apre il cammino tra spazzatura, borse di plastica nera, scarpe sinistre e capre.
Bambini sporchi di polvere e muco giocano a calcio usando un cartone mentre altri, quelli ricchi, corrono facendo girare pneumatici fin quando non vengono bucati dalle corna delle capre di cui sopra.
Mamme lavano nei fossi di scolo i primi panni della giornata.
Uomini al bancone della baracca di lamiera, bar dell'angolo, siedono davanti al cappuccino africano, nescafe' mischiato con latte disidratato.
Radio Liberte' suona la hit di Amadou e Marianne.
Le dimanche a Bamako c'est le jour de mariage.
La domenica a Bamako e' il giorno dei matrimoni.
La quiete dopo la tempesta.
Ieri e' stata una notte di fiesta.
Ernest ci guido'.
Appena arrivati il Peugeot 205 si impaurisce del caos della capitale e si spegne proprio davanti alla Missione Cattolica il posto piu' gettonato dai saccopelisti che pero', secondo imprevisto, e' tuttto occupato da un pulman di suore in gita.
Accampati nel bar di fronte, acchiappabianchi.
Problemi risolti.
Uno di loro In un attimo compare dal nulla un omone enorme, nero e con in mano solo una chiave inglese, una. Apre il cofano, abbassa una mazzata sul motore, scintille schizzano ovunque e al primo di giro di chiave la macchinina riparte.
Il voodoo del meccanico, ho paura dei particolari.
Un altro ci porta all'Auberge Lafia mentre un terzo da' il primo squillo al telefono africano, un passaparola in una citta' da un milione di persone in cui tutti sono in perenne movimento dove quello che cerchi passa di bocca in bocca ed in un quarto d'ora ti trovi davanti al nuovo magazzino di Ernest, proprio l'Ernest amico di Mario che cercavi tra i mille della metropoli.

...continua

1 commento:

Anonymous ha detto...

Ciao ciccio!!!
Che bello saperti sempre in viaggio e leggere le avventure di nonno cattanz!
buona continuazione!

IL furez

ps amadou e Miriam! no marianne!
li ho visti a edinburgo al fringe! forti eh!