Il sole bagna d'arancio le lenzuola del mare.
Muri che fan la parte dei duri ma salutando il sole come ogni sera piangono e le loro lacrime tingono di bianco le case.
Un muezzin dalla cima di un minareto grida che Allah e' akbar, Dio e' grande usando molte acca.
E' il primo ad annunciare la notizia.
Gli altri notiziari dell'Alto lo seguono a spaccare il muto cristallo del cielo con i loro proiettili vocali che si intersecano, si coprono, si accavallano urlando per annunciare lo scoop.
Una sinfonia cacofonica che si ripete cinque volte al giorno senza interruzione da secoli.
E' il 1387 qui a Tangeri, Marocco, porta dell'Africa.
Dal porto vedi la casbah che svetta candida intonacata sopra il promontorio, la vedi e devi salirci, entrarci, camminare nei caruggi stretti ed alti come canyon di finestre da dove trasudano bambini che piangono e radio di tamburi, pifferi e oud.
Ti siedi dentro un bicchierino di te', ti fai zuccherare forte e sciogliere con rametti di menta, mischiando bene senza usare cucchiaino, versando la cerimonia liquida di un filo bollente che cala da bicchiere a teiera, da teiera a bicchiere, da bicchiere a teiera.
Osservi il nuovo panorama.
L'inverno e' una condizione mentale, fa' caldo ma la gente si copre con giacche e maglioncini. Passano enormi gnomi vestiti con pesanti djellaba marroni dal cappuccio a punta che coprono il corpo fino alle caviglia. Passano piccole pellicce di pelo made in China.
Ci sono ragazze che spudorate vestono jeans e giubbottino D&G ma le tante si coprono collo capelli e corpo con un velo scuro.
Copacabana e' lontana molto piu' delle miglia di sola acqua per una settimana.
Dal tanga alla tonaca.
Le tue narici sorridono.
Dopo una settimana di pulizia nell'aria di sale ora sono porte aperte a nuovi incontri.
Piacere cannella.
Cardamomo, cumino, chiodo di garofano arrivano subito dopo a stringerti la mano, salam alekum, ad accerchiarti con complicita', schiacciando un occhio per farti capire che se ti serve qualcosa.
Trenta di loro ridotti in polvere e mischiati sono i servitori del Couscous Royale.
Lasci la collina casbah e scendi verso il porto.
Nordinne parla italiano.
E' da quattro mesi che tutte le mattine viene qui per attraversare lo Stretto di Gibilterra e tornare a casa, a Monza.
A volte si imbosca tra le merci di un cargo, altre nel retro di un camion, un posticino in un canotto. Sempre preso e rimpatriato.
Aveva un lavoro redditizio e una clientela fedele che ora spera di recuperare al rientro.
Spacciatore di hashish e cocaina al parco dell'autodromo.
Arrestato tre volte, l'ultima rispedito a Casablanca.
Ha nostalgia della famiglia, di suo figlio e di sua moglie napoletana, della pizza, della Gazzetta.
Chiede due dirham per comprarsi una sigaretta, se l'accende e si appoggia con le spalle al muro, guardando fisso avanti a se' l'altra costa nascosta.
Qui non e' come in Italia, dice, la liberta' e' solo di facciata.
In Marocco non c'e' Striscia La Notizia.
Macondo, Tangeri, Marocco, Giorno 423
martedì 10 novembre 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
questo è uno dei post migliori
"piacere cannella" è bellissimo!!
Lo stile si è evoluto nel tempo, seguirti nel viaggio diventa un piacere sempre più bello.
Ciao
mauro
Posta un commento