Intro

Questo è il mio diario ed è scritto sulla strada. Parla del tentativo di realizzare un sogno: fare il giro del mondo via terra, senza prendere aerei. Mollo tutto e parto, in solitaria. A contatto con la Natura, senza bucarla dall'alto. Pulito, lento e circolare. Un'avventura d'altri tempi per sentire la terra cambiare sotto i piedi giorno dopo giorno, per attraversare gli oceani a bordo di cargo mercantili, come fantasticavo da piccolo, con acqua e solo acqua ovunque intorno. Uscire, chiudere la porta ed unire il vialetto di casa mia con la via della seta, Karakorum e Himalaya, India, Cina, le risaie del Mekong, i templi buddhisti con le rovine Maya, Macchu Picchu e la Tierra del Fuego, la Panamericana...
Perchè si parte ? Forse per riempire una mappa vuota, o per perdersi o forse solo per giocare in un prato più grande. Non lo so. So solo che questa volta non mi voglio dare nessun limite.
Che bello dirlo, questa volta il limite è il mondo
Almeno ci provo


venerdì 27 novembre 2009

Tabaski(...)

Sotto un albero di mango un griot sta cantando le gesta del capofamiglia e di tutto l'albero genealogico degli ultimi secoli.
In una societa' dove non esiste la scrittura la figura del griot e' quella dello storico a cui viene consegnata la memoria da tramandare, ogni famiglia e' legata ad un'altra di cantastorie che tramanda parallelamente di padre in figlio le vite delle generazioni passate, sempre presenti ad ogni avvenimento importante per aggiungere nuove strofe alla canzone degli antenati.
Fotografi musicali.
Seguendo strane traiettorie melodiche il griot narra le vicissitudini del vecchio capo ormai cieco, che ascolta assorto e sembra quasi che spunti una lacrima.
O forse e' la cataratta del diabete.
La famiglia e' tutta intorno ad udire compresi due bianchi tubabu, il futuro sposo di una delle figlie ed un suo amico randagio.
Oggi e' festa grande, si celebra il Tabaski.
In Africa Occidentale il Tabaski e' l'equivalente mussulmano del nostro Natale e vuole ricordare la versione islamica di un racconto biblico su Abramo.
Allah chiede ad Ibrahim di sacrificare in suo onore il primo figlio Ishmael, avuto dopo tanti sforzi alla veneranda eta' di 86 anni. Ibrahim sta per eseguire senza lamentarsi quando un angelo lo ferma dicendo che la sua fede e' dimostrata e al posto del primogenito puo' ammazzare un agnello.
Ecco perche' nei giorni scorsi ovunque andassi c'erano sempre agnelli all'ingrasso, oppure caricati vivi su tetti di pulman o legati fuori dalle abitazioni.
La stessa fine che fanno i colleghi tacchini quando i loro padroni nordamericani vogliono ringraziare Dio.
Arrivare qui a Boromo e' stata una vera avventura.

...continua

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