Intro

Questo è il mio diario ed è scritto sulla strada. Parla del tentativo di realizzare un sogno: fare il giro del mondo via terra, senza prendere aerei. Mollo tutto e parto, in solitaria. A contatto con la Natura, senza bucarla dall'alto. Pulito, lento e circolare. Un'avventura d'altri tempi per sentire la terra cambiare sotto i piedi giorno dopo giorno, per attraversare gli oceani a bordo di cargo mercantili, come fantasticavo da piccolo, con acqua e solo acqua ovunque intorno. Uscire, chiudere la porta ed unire il vialetto di casa mia con la via della seta, Karakorum e Himalaya, India, Cina, le risaie del Mekong, i templi buddhisti con le rovine Maya, Macchu Picchu e la Tierra del Fuego, la Panamericana...
Perchè si parte ? Forse per riempire una mappa vuota, o per perdersi o forse solo per giocare in un prato più grande. Non lo so. So solo che questa volta non mi voglio dare nessun limite.
Che bello dirlo, questa volta il limite è il mondo
Almeno ci provo


giovedì 10 dicembre 2009

Timbuktu (...)

Amo questa vita.
Viaggiare.
Mangiare la strada, morderla.
Respirare ogni giorno aria divesa, come se il cielo fosse una piscina che la notte viene svuotata per essere riempita di nuovo la mattina.
Collezionare attimi di bellezza per un mosaico che lentamente vada a coprirmi gli occhi, che serva a riscaldarmi i motivi per cui valelapena, come fosse una coperta oculare da stendere quando sembra che intorno tutto ti venga addosso.
Cinque di mattina.
La grande moschea di fango Dyingerey Ber e' illuminata di giallo ed un muezzin tuona dal Medioevo il nome di Allah. Fedeli con tunica e turbante bianco si tolgono le scarpe e si inchinano dalla bassa porta per entrare a pregare.
Intorno e' solo deserto e le prime dune di sabbia.
Non si vedono da qui ma l'importante e' saperle vicine.
Timbuktu.
La bellezza di essere arrivato fino qui.
Via terra.
Il cammino prima della meta.
Respirare Timbuktu e' un piccolo sogno di bambino che si realizza.
Pochi luoghi come questo hanno eccitato la fantasia di viaggiatori, forse Samarcanda ed il Cipango, che pero' ora si chiama Giappone.
Per l'aura di mistero, per i racconti di leggendarie ricchezze, per la vaghezza della posizione, per il crogiuolo (il crogiuolo !) di razze a scambiare merci da tutto il mondo, per l'esotismo del nome.
Timbuktu.
Per secoli fu il piu' importante centro spirituale dell'Impero del Mali e del Songhai, che detennero il potere per lungo tempo grazie al controllo di due fondamentali risorse naturali, il fiume Niger, principale via di trasporto commerciale e una delle piu' fruttifere zone di miniere d'oro mai scoperte.

...continua

4 commenti:

Vera ha detto...

Timbuktu è il posto ideale per poter concludere questa meravigliosa avventura.
mi mancheranno i tuoi pezzi di mondo.

lamartinz ha detto...

bentornato... cos'altro dire? sei già qui...

Anonymous ha detto...

eddy, la cartina, devi aggiornare la cartina (sono sempre io, il geografo)
PS. non tornare, come faccio senza i tuoi blog!!!
Ciao
Mauro

Anonymous ha detto...

Ciao Macondo
grazie per averci fatto sognare coi tuoi girovagare!

Di cuore Buon Anno e Buon 2010 !

ASPETTIAMO IL LIBRO !!!!
Paolo